Captato segnale delle prime stelle, un gruppo di ricerca nel deserto dell’Australia occidentale ha intercettato il segnale liberato dalle prime stelle, nate dopo il Big Bang.
Il Massachusetts Institute of Technology e l’Università dell’Arizona sono a capo del gruppo di ricerca. Il segnale dimostrerebbe che l’Età Oscura del cosmo è finita 180 milioni di anni dopo il Big Bang.
La rivista Nature ha riportato le dichiarazioni dei ricercatori che vedono in questa scoperta l’inizio di una nuova fisica.
Captato segnale delle prime stelle: un nuovo inizio per la fisica
“Questo segnale rappresenta il primo sguardo su un periodo particolarmente importante nell’universo, durante il quale le stelle e le galassie hanno cominciato a formarsi” ha detto Colin Lonsdale, direttore del Haystack Observatory del Mit.
A captare il segnale è stata un’antenna radio dell’esperimento Edges, che dopo vent’anni di studi e di ricerche è riuscita a distinguere il riflesso dell’alba cosmica in mezzo ad un turbinio di interferenze.
Le caratteristiche inaspettate del segnale fanno intravedere nuove possibilità per la fisica.
Gli esperti di tutto il mondo stanno commentando l’accaduto, valutando le svariate possibilità che sono venute alla luce.
Gli esperti di tutto il mondo hanno commentato l’accaduto
-Peter Kurczynski, scienziato della National Science Foundation americana: ” Captare questo segnale dai primordi dei tempi è stato come ascoltare il battito d’ali di un colibrì in mezzo a un uragano. Le fonti di disturbo e di rumore, infatti, possono essere migliaia di volte più potenti del segnale che stavamo cercando”.
-Ettore Carretti, ricercatore dell’Istituto di Radioastronomia dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Bologna: “Quando ho visto lo studio ho pensato: wow! È un risultato che attendevamo da oltre 20 anni, una vera pietra miliare che ci permetterà di capire meglio l’evoluzione dell’Universo, di cui le stelle sono i mattoni fondamentali”. Secondo lo scienziato, infatti, il segnale “sarà un importante punto di partenza per nuove misurazioni che ci permetteranno di mappare la nascita delle stelle nelle diverse regioni del cielo, valutando anche la velocità con cui hanno modificato la nebbia di idrogeno intorno a loro”.
-Benoit Semelin, astrofisico dell’Osservatorio di Parigi “Bisogna rimanere prudenti per il momento. Ma se l’osservazione è confermata, è una scoperta che cambierà i modelli sulla nascita dell’universo”.
-Brian Schmidt, premio Nobel per la Fisica nel 2011: “L’apparente segnale delle prime stelle nell’universo sarà una scoperta rivoluzionaria se resiste ai tempi”.